In periodo di olimpiadi appena passate e di nazionali Fiarc che cominciano oggi, parlare ancora un pò di tiro con l'arco mi sembra dovuto...
Dopotutto sabato mi è stato chiesto di raccontare qualcosa proprio sull'aspettativa della gara ad un pubblico di arcieri che hanno appena finito le loro gare, quale momento migliore per mettere in dubbio le proprie certezze?
Eh sì perchè, almeno per quanto mi riguarda le mie certezze riguardavano proprio il tipo di arco da utilizzare e la federazione in cui tiro di conseguenza, ma dopo le olimpiadi mi sono ritrovata a ragionare sull'agomento sempre più spesso e in modo tale da mettere in discussione tutto quello che avevo sempre dato per inamovibile...
Non andate subito a pensare che viste le olimpiadi mi sono montata la testa e ora penso di arrivare a quei livelli, piuttosto mi sono domandata sempre più spesso se la mia capacità arcieristica sarebbe in grado di mettersi alla prova contro atleti che sono in grado di colpire un bersaglio di 13 cm a distanza di 70 mt! La risposta è no naturalmente. Ma qui subentra anche un problema di attrezzatura, o forse di scelta di vita...
Fin da quando ho iniziato 12 anni fa l'arco ricurvo è sempre stato il mio arco. Ne ho cambiati alcuni ma sono sempre rimasta fedele alla prima scelta. Adoro la sua velocità, la forma, il legno lucido e il buon compromesso tra il tradizionale e la tecnologia.
Nessun altro arco mi ha mai dato queste belle sensazioni e per questo non ho mai seriamente pensato ad un cambiamento anche se ne ho provati altri... oggi però, nella mia ricerca del bersaglio e della sfida, ho cominciato a riflettere sulla possibilità di un arco olimpico e dei mirini.
La cosa stupisce più me che voi, ed è per questo che mi interrogavo sull'argomento di cosa ci porti a scegliere un arco piuttosto che un altro. La domanda è stata sollevata già in compagnia tra di noi e la risposta per la maggior parte dei casi è stata di tipo "emozionale": <mi piace l'estetica, mi ricorda l'infanzia, mi piace la tecnologia>... insomma mi verrebbe da dire che è sempre la pancia a scegliere e non la testa. Il che è strano se ci pensiamo, perchè stiamo parlando di uno strumento sportivo, quindi dovrebbe andare da sé che si ricerchi la massima prestazione.
Ma il punto è proprio questo! Non per tutti l'arco è un attrezzo sportivo, non per tutti è agonismo, non per tutti la bellezza del centro perfetto è superiore alla bellezza del gesto. O piuttosto, ci sono fasi della nostra vita in cui queste scelte hanno peso diverso e decidiamo di conseguenza. Ben venga!
Ben venga soprattutto esserne consapevoli e non obbligare magari nuovi arcieri neofiti alla scelta del nostro arco preferito senza aver ben inteso quale sia la ragione profonda che li spinge verso il tiro con l'arco. E soprattutto ben vengano i dubbi, se ad un tratto ci rendiamo conto che stiamo passando ad una nuova fase della nostra "vita arcieristica", vuol dire che stiamo facendo un percorso.
E se dubbi non ce ne sono? Meglio così forse siete già arrivati al vostro bersaglio, o forse state solo aspettando la giusta ispirazione...
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