giovedì 20 settembre 2012

Capparis spinosa L. - Capparidaceae


Visto che ne abbiamo parlato nell'ultima ricetta e che questa estate ho avuto il piacere di fotografarli, mi sembra interessante scambiare due parole sulla pianta del cappero.
Piantina semplice, meditarreanea, che accompagna dall'antichità la nostra cucina.
Chi di voi li usa? A chi non piacciono?
Io personalmente li uso ma non in grandi quantità, al contrario sono sempre stata molto affascinata dalla bella pianta, semplice nel portamento che svela però questo trionfo di fiori e pistilli colorati.


SIGNIFICATO E STORIA
Non ho trovato molte notizie sul significato del nome, sembra che derivi dal greco Kapparis, che per alcuni pare a sua volta derivare da Kipros (Cipro), indicando una forte abbondanza di questa pianta nell'isola omonima. Allo stesso modo, non so se lo sapete, ma anche Capraia prende il nome da cappero, per le massicce coltivazioni che si facevano in loco.
Le virtù di questa pianta erano conosciute fin dall'antichità, specialmente per quanto riguarda i capperi di Pantelleria di cui parlavano già Dioscoride e Plinio. Nell'isola vulcanica al centro del Mediterraneo ha trovato il suo habitat perfetto e ai giorni odierni (1996) si è guadagnata la certificazione IGP. Il terreno vulcanico e il clima rendono l'aroma e le proprietà di questo cappero diverso da tutte le altre; addirittura nel 1600 Domenico Romoli gli conferiva proprietà afrodisiache. 

In generale ha virtù antispasmodiche, astringenti, diuretiche e aperitive.
Forse non tutti sanno che quello che noi mangiamo in cucina è principalmente il bocciolo di questa pianta, oppure i suoi frutti immaturi detti cucunci.
I boccioli si raccolgono tra giugno e settembre e si lasciano appassire all'aria per un paio di giorni, dopo di che si conservano sotto sale grosso. Nella raccolta e nella vendita si distinguono per calibro e i più piccoli sono considerati i più pregiati. I frutti si raccolgono a scalare successivamente prima che raggiungano la maturazione e si conservano allo stesso modo.

ACQUISTO E IMPIANTO
Il cappero è una pianta mediterranea che necessita di sole e caldo, quindi è adatta comunque a climi costieri e non continentali.
Possono infatti sopportare estati molto calde, anche 35°- 40° ma per quanto riguarda il freddo intenso, solo per pochi giorni, in generale la temperatura invernale deve restare intorno ai 9°-12°.
Predilige terreni sabbiosi ben drenati, addirittura sassosi o con calcinacci. 
Meglio piantarlo con alle spalle un muro o una superfice dove si possa arrampicare e che al tempo stesso lo protegga da correnti d'aria. 
Acquistatelo e mettetelo a dimora in primavera, tra aprile e maggio, prima della fioritura.

CURA E MANTENIMENTO
Non necessita di particolari cure. Si accontenta dell'acqua piovana,  e deve essere innaffiato solo in caso di periodi di siccità prolungata.
Non necessita di concimazione, in particolar modo se avete intenzione di utilizzarli in tavola, in modo da evitare inquinamento.
Per quanto concerne la propagazione, non utilizzate i semi perchè hanno una bassa capacità di insediamento. Utilizzate invece le talee, tagliate in estate e messe a radicare in cassette di torba e sabbia.

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