In questo periodo le piante di melograno sono cariche dei loro meravigliosi frutti ormai maturi e vederli mi mette sempre di buon umore. Non so perchè, forse perchè sono buonissimi e ne assaporo il ricordo, o forse perchè hanno lo stesso colore di questa stagione che adoro, carica di rossi, di arancioni e di tonalità della terra, capaci di riscaldare con la loro poesia questa fredda stagione...
Un frutto antichissimo, le cui radici affondano nella mitologia, ricco di elementi preziosi per la nostra salute, un vero nettare, allora perchè non piantarne uno in giardino?
SIGNIFICATO E STORIA
Il melograno è una pianta originaria del sud-ovest asiatico e la sua coltivazione risale a tempi antichissimi. Il nome di Genere Punica deriva dal nome romano della regione geografica costiera della Tunisia, e della omonima popolazione, altrimenti chiamata cartaginese, (Popolazione di estrazione fenicia che colonizzò quel territorio nel VI a.C.); le piante furono così nominate perché a Roma i melograni giunsero da quella regione. Il nome "melograno" invece deriva dal latino malum ("mela") e granatum ("con semi”). La pianta del melograno si diffuse rapidamente nell'Europa meridionale dopo la sua introduzione, al punto che per esempio La città spagnola
di Granada prende il nome da questo frutto: ha infatti nello stemma un frutto di melograno, in spagnolo
(granada) ed in antico francese (la grenade) significavano appunto
melograno, la denominazione della città spagnola deriva dalla
introduzione del frutto operata dalla dominazione moresca in Spagna.
Dall'inizio della sua conoscenza il melograno è stato sempre collegato al concetto di fertilità, femminilità e anche al concetto di morte, da sempre legato al mondo femminile.
Un mito greco narra che il primo melograno nacque dal sangue del dio Dioniso caduto per terra. Nel mito di Proserpina invece la melagrana ha la funzione di
costringere la figlia di Demetra, rapita da Ade, a
scendere periodicamente negli Inferi, ovvero a morire come vergine per
trasformarsi in madre. Infatti, nel mito, Ade offre a Proserpina proprio i suoi chicchi dal succo dolcissimo
e lei ne mangia tre, quanti sono i mesi dell'inverno.
La melagrana fu dunque il simbolo nella tradizione mediterranea precristiana del rinnovarsi del cosmo, della sua perenne rigenerazione a opera della Grande Madre che nel ciclo eterno di vita-morte-vita genera, riprende in sé e rigenera.
Gli innumerevolo grani del frutto evocavano fecondità e abbondanza. I Romani ornavano il capo delle spose con rametti della pianta per augurare loro gli attesi frutti, e ancora oggi nel Vietnam si canta "La melagrana si apre e lascia venire cento figli" mentre in Turchia la sposa getta per terra una granata: avrà tanti figli, si dice, quanti sono i chicchi usciti dal frutto.
Era dunque un rito matrimoniale regalare delle melagrane, oppure addirittura anche ai nostri giorni, in alcune culture dell’Est Europa, come in Dalmazia, il novello sposo trasferisce una pianta di melograno dal giardino del suocero nel suo, come augurio di prole numerosa.
Questa tradizione positiva nei confronti del frutto si è tramandata fino a noi, si usa mangiare chicchi di melagrana il giorno di Natale come augurio di ricchezza.
La tradizione gastronomica della melagrana invece si è ormai persa nel tempo; nasce già con i Romani ma il frutto, considerato anticamente il re dell'orto (per la presenza del picciolo a forma di corona),viene di nuovo apprezzato solo nel Medioevo. Si utilizzavano i suoi grani interi per preparare ripieni, soprattutto per le carni, e si spremeva il succo sia per preparare salse e sughi che come sostituto dell’aceto. Veniva inoltre utilizzato per aromatizzare il vino, detto "vinum granatus", offerto sporadicamente ai commensali, in occasioni particolari soprattutto della vita di corte. È un frutto ricco di vitamine e per questo motivo è entrato a far parte del repertorio di ingredienti nelle cucine orientali, come quella persiana, siriana e libanese, e in tutti quei territori la cui aridità non offre una varietà di prodotti ad alto valore nutritivo.
Dal melograno si produce lo sciroppo di granatina, anche se ultimamente c'è tutto tranne che il melograno al suo interno, e poi viene utilizzato per alcuni dolci, vi rimando ad una mia ricetta!
La melagrana fu dunque il simbolo nella tradizione mediterranea precristiana del rinnovarsi del cosmo, della sua perenne rigenerazione a opera della Grande Madre che nel ciclo eterno di vita-morte-vita genera, riprende in sé e rigenera.
Gli innumerevolo grani del frutto evocavano fecondità e abbondanza. I Romani ornavano il capo delle spose con rametti della pianta per augurare loro gli attesi frutti, e ancora oggi nel Vietnam si canta "La melagrana si apre e lascia venire cento figli" mentre in Turchia la sposa getta per terra una granata: avrà tanti figli, si dice, quanti sono i chicchi usciti dal frutto.
Era dunque un rito matrimoniale regalare delle melagrane, oppure addirittura anche ai nostri giorni, in alcune culture dell’Est Europa, come in Dalmazia, il novello sposo trasferisce una pianta di melograno dal giardino del suocero nel suo, come augurio di prole numerosa.
Questa tradizione positiva nei confronti del frutto si è tramandata fino a noi, si usa mangiare chicchi di melagrana il giorno di Natale come augurio di ricchezza.
La tradizione gastronomica della melagrana invece si è ormai persa nel tempo; nasce già con i Romani ma il frutto, considerato anticamente il re dell'orto (per la presenza del picciolo a forma di corona),viene di nuovo apprezzato solo nel Medioevo. Si utilizzavano i suoi grani interi per preparare ripieni, soprattutto per le carni, e si spremeva il succo sia per preparare salse e sughi che come sostituto dell’aceto. Veniva inoltre utilizzato per aromatizzare il vino, detto "vinum granatus", offerto sporadicamente ai commensali, in occasioni particolari soprattutto della vita di corte. È un frutto ricco di vitamine e per questo motivo è entrato a far parte del repertorio di ingredienti nelle cucine orientali, come quella persiana, siriana e libanese, e in tutti quei territori la cui aridità non offre una varietà di prodotti ad alto valore nutritivo.
Dal melograno si produce lo sciroppo di granatina, anche se ultimamente c'è tutto tranne che il melograno al suo interno, e poi viene utilizzato per alcuni dolci, vi rimando ad una mia ricetta!
ACQUISTO E IMPIANTO
L'acquisto e l'impianto dovrebbero avvenire o in autunno o in primavera, nella fase di riposo della pianta. Sceglietele una posizione ben soleggiata e con terreno ben drenato.
Sopporta infatti molto bene le temperature torride estive ma assai male l'eccessiva umidità del terreno in autunno. In terreno ben drenato arriva fino a -10° in inverno.
Non necessita di un terreno particolare è una pianta rustica, ma se volete vedere dei frutti di una certa dimensione sarà bene provvedere ad una concimazione adeguata in primavera.
CURA E MANTENIMENTO
Il melograno comincia a fruttificare discretamente dopo circa 3-4 anni
dall'impianto e produce con generosità per circa 30 anni. A partire dal
quarto anno di vita è consigliabile intervenire di potatura almeno ogni
due o tre anni per sfoltire la vegetazione, per eliminare i rami secchi e
per dar luce e aria alle parti più interne. La pianta infatti ha una forte tendenza a produrre polloni radicali con la formazione di un portamento a cespuglio. Per ottenere un albero isolato è necessario
asportare i getti accessori che si dipartono dalla base del fusto e
dalle radici. Una limitazione della propagazione vegetativa migliora la
produzione dei frutti.
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